domenica 19 febbraio 2012

Progetto per esame


Ascoltando le mani


Secondo vari studiosi i gesti dicono più di mille parole. Uno studio recente ha dimostrato che le aree del cervello deputate ad elaborare il linguaggio sono coinvolte anche nei movimenti delle mani.
È come se ci fosse un cabina di regia unica a livello della corteccia premotoria, che integra e coordina la parola e il gesto. I protagonisti di questa integrazione sono i cosiddetti neuroni specchio. È stato osservato che si attivano quando si compie un’azione con le mani, quando la si osserva compiuta da altri, ma anche nell’ elaborazione del linguaggio.
Noi italiani, poi, lo sappiamo bene. Il linguaggio parlato rappresenta soltanto il 7% delle nostre comunicazioni quotidiane: oltre la metà dei messaggi che inviamo al mondo proviene dal corpo. E le mani, che del corpo sono la parte più versatile, non stanno mai zitte. Le usiamo per richiamare l’attenzione di qualcuno, per negare o approvare un evento e le alziamo per arrenderci. Poi sudano quando siamo nervosi, tremano davanti a un pericolo. Le dita tamburellano quando siamo alle prese con un pensiero profondo e arrotolano i capelli se siamo preoccupati. Le mani sono sagge essendo forse le parti del corpo più ricche di terminazioni nervose, motorie e sensitive, ed in contatto con le parti più antiche del cervello.
Sono strumenti che “sanno” e “vedono”. Nei palmi delle mani si trovano veri e propri occhi.

Ed è proprio con il "grande occhio" della macchina fotografica che ho deciso di catturare, tra mani conosciute e familiari, esperienze, sogni, pensieri e stati d' animo.
Sono convinta infatti, che le mani "parlino", basta avere la curiosità di volerle ascoltare!


Queste fotografie sono state scattate con una macchina fotografica CANON EOS 1000D, sia in interni che in esterni. Ho deciso di utilizzare un diaframma aperto, con tempi di posa brevi, per mettere in risalto  le mani stesse.
La scelta del bianco e nero e delle tonalità scure è dovuta mia volontà di sottolineare i dettagli e le imperfezioni.

























giovedì 9 febbraio 2012

Lezioni di fotografia - Luigi Ghirri


Luigi Ghirri (Scandiano 1943-Roncocesi di Reggio Emilia 1992) ha rinnovato con le sue fotografie il nostro modo di guardare il mondo, e c’è un’intera generazione di fotografi che non potrebbe esistere senza la sua opera. Durante il 1989 e il 1990 Ghirri ha tenuto una serie di lezioni sulla fotografia all’Università del Progetto di Reggio Emilia, lezioni che sono state trascritte, e in questo libro per la prima volta pubblicate; ognuna corredata dalle fotografie e dalle immagini che mostrava agli studenti e di cui parlava.
È un libro di grande utilità per avviarsi all’arte della fotografia e all’arte di Luigi Ghirri, e per pulirsi un po’ lo sguardo.






Una buona fotografia smaschera il mondo

Marco Belpoliti «La Stampa TTL» 26-06-2010

Estratto dall'articolo: Siamo nel 1989 e Ghirri è al culmine del suo lavoro, cui una morte improvvisa metterà termine solo tre anni dopo. Si tratta di trascrizioni da un nastro, conversazioni fatte a braccio, che riguardano il ruolo del fotografo contemporaneo, la tecnica, l'uso della luce, la trasparenza, la storia della fotografia, la grafica editoriale.
Il fotografo emiliano commenta foto proprie e altrui, spiega cosa è oggi un fotografo, come lavora, come si rapporta con la tradizione. Dà una definizione calzante di sé, della sua formazione e del suo lavoro: non è andato a scuola in un laboratorio di fotografia o in uno studio, non è fotoreporter, non è fotoamatore passato al professionismo, non è membro di una agenzia fotografica. È un uomo che guarda dentro una macchina fotografica. Queste lezioni di metodo sono, non meno del libro di Scianna, lezioni di etica. Dello sguardo, prima di tutto. Certo, Ghirri non è un fotografo di prima linea, uno che è là dove l'uomo viene colpito, massacrato, distrutto. Spira nelle sue immagini un'aria di grande equilibrio: foto spesso senza figure umane, immagini di paesaggi, luoghi. Foto incantate e incantatrici.
Quella di Ghirri non è una scelta casuale; egli cerca «un rapporto minimamente più approfondito con il visibile». Il suo scopo è quello di pulire il nostro sguardo dal già-visto, dai luoghi comuni. Il fotografo emiliano non ha denunciato nulla, o quasi, neppure lo scempio del paesaggio.Ma ha fatto qualcosa di più, di cui oggi abbiamo molto bisogno: ci ha insegnato a guardare il mondo. In positivo. La fotografia era per lui un «modo di relazionarsi col mondo», in cui il segno di chi fotografa è certo forte, ma orientato a trovare un equilibrio tra l'interno e l'esterno, tra l'interiorità del fotografo e il mondo là fuori: «che vive al di fuori di noi, che continua a esistere senza di noi e continuerà a esistere anche quando avremo finito di fare fotografia».
Oggi che la fotografia, grazie alle macchine digitali e ai cellulari, è dilagata al di là dei confini del fotogiornalismo e della foto d'autore, la lezione di Ghirri diventa ancora più preziosa, non superata, come ha invece scritto Michele Smargiassi su la Repubblica recensendo il libro, proprio perché il tema dello sguardo si propone a tutti e non più solo ad alcuni. Dai tempi epici ed eroici del fotogiornalismo ai tempi prosastici della fotografia-di-tutti. La lezione etica di Luigi Ghirri è ancora più contemporanea, perché riguarda tutti. Un libro prezioso, poetico e indispensabile perché «il mondo continui a guardare il mondo».


Esercitazione sul Flash

Il flash è un aiuto preziosissimo per il fotografo, non soltanto quando si scopre che la luce dell'ambiente è insufficiente ad ottenere un buon risultato. Le sue doti infatti, spesso nascoste, possono essere molte altre. Infatti questo dispositivo sa fornire una qualità di illuminazione molto simile a quella del sole. Nelle fotografie in esterni, un flash può essere tranquillamente adoperato come accessorio per schiarire le ombre. Un altro pregio è che la durata del lampo è sempre molto breve, in qualche caso può essere addirittura brevissima. Lo strumento può dunque servire anche per fotografie molto speciali. Sono quelle che a buon diritto vengono classificate come riprese ultrarapide, scatti con i quali anche un fotoamatore può spingersi, sia pure in punta di piedi, ad esplorare i confini della fotografia scientifica. 

All' esterno:

Queste fotografie le ho scattate alle piante presenti sul balcone di casa mia. Ho utilizzato il flash come supporto alla luce naturale del sole.


Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/8
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/18
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:45 mm




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/8
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:40 mm




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/18
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm




 All' interno:


Queste fotografie le ho scattate all' interno di una cosa, ed ho utilizzato il flash come supporto alle luci artificiali (Fluorescenza)


Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/18
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:48 mm



Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/18
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:34 mm




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/18
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:33 mm




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/18
Tempo di esposizione:  1/200 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm



Esercitazione sul Bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco è una funzione della fotocamera, che consente di rendere naturali i colori delle fotografie, anche se nella luce ci sono delle dominanti di colore.

Stesso soggetto, differente bilanciamento del bianco:



Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Luce diurna (circa 5200K)




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Ombra (circa 7000K)




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Nuvoloso (circa 6000K)




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Tungsteno (circa 3200K)



Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Fluorescente (circa 4000K)




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Flash




Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/640 sec
Sensibilità: ISO 400
Distanza focale:55 mm

Bilanciamento del bianco: Personal.

mercoledì 8 febbraio 2012

MoMa - The Museum of Modern Art

Considerato da molti il più importante museo d’arte moderna del mondo il Museum of Modern Art o come spesso viene chiamato il MoMA si trova a manhattan sulla 53ima Strada tra la Quinta e la Sesta Avenue.
L’idea venne a Abby Aldrich Rockefeller moglie del famoso John Rockefeller supportata da delle amiche, le quali con il loro gruppo diedero vita a un museo interamente dedicato all’arte moderna. Il museo cambiò molte volte sede negli anni fino a stabilirsi nella sede attuale riveduta e ampliata per poter ospitare le molteplici opere.
Il MoMA presenta una collezione meravigliosa di opere d’arte moderna del mondo che comprende più di 150.000 opere. Gli artisti più celebri sono: Umberto Boccioni, Paul Cézanne, Marc Chagall, Salvador Dalí, Edgar Degas, Claude Monet, Pablo Picasso, Jackson Pollock, Vincent Van Gogh, Vasily Kandinsky.


 Cercare all'interno della galleria del Moma di New York autori della fotografia che lavorino con lo stesso tema ma con stili diversi (almeno cinque esempi con due foto per ogni autore). Trovate una collezione che parte da prima del 1920 a oltre il 2000.



Prima del 1920


Louis Auguste Bisson, 1855

Reims Cathedral, Buttresses of the Nave







Eduard-Denis Baldus, 1850

Eglise de St. Germain l' Auxerrois


Entrambi i fotografi vogliono rappresentare una struttura architettonica, ma lo fanno in maniera differente: Il primo si sofferma sul dettaglio della facciata della Cattedrale, mentre il secondo inquadra la Cattedrale nella sua totalità, con ai lati, di contorno, altri edifici.





Eugène Atget, 1899-1900

Paviers (Bitumiers)



Frances Benjamin Johnston, 1899-1900

Trade School: Plastering


Questi due fotografi hanno scelto di immortalare degli operai al lavoro. Il primo, usando un viraggio seppia, rappresenta la fatica dei lavoratori. Al contrario nella seconda fotografia, l' artista mostra un lavoro meno intenso e faticoso.





Emma Justine Farnsworth, 1900

La Cigale



Clarence H. White, 1902

Maynard White




Il tema di entrambe le fotografie è l'infanzia. Nel primo caso la fotografa esprime un senso di libertà e felicità, ponendo il soggetto al centro della natura. Nella seconda immagine, invece, traspare spavento e preoccupazione. Il soggetto è ripreso all' interno di un' abitazione, al di là di un uscio.




Dopo il 2000


Gillian Wearing, 2003

Self-Portrait at 17 Years Old



Tanyth Berkeley, 2004

Jesse


Queste due immagini rappresentano un ritratto. Il primo è un autoritratto dell' artista: molto nitido, con lo sguardo del soggetto diretto verso l'obiettivo. Nella seconda fotografia il soggetto è invece immerso nella natura e il suo sguardo è perso nel vuoto. Qui vi è inoltre un' atmosfera più rarefatta.





Michael Wesely, 2001-3

9 August 2001 - 2 May 2003 The Museum Of Modern Art, New York





Lee Friedlander, 2002

Las Vegas, Nevada


Entrambi i fotografi hanno deciso di rappresentare una metropoli: il primo utilizzando una doppia esposizione, dando così un' idea di caos e movimento. Al contrario il secondo sposta l' attenzione dalla città ad un dettaglio, come l'interno dell' abitocolo della vettura.








martedì 7 febbraio 2012

Esercitazione luce diretta / indiretta



Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/80 sec
Sensibilità: ISO 1600
Distanza focale:55 mm


In questa foto il soggetto è illuminato da una luce diretta, si può quindi vedere che le ombre sono molto nette e contrastate.





Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/80 sec
Sensibilità: ISO 1600
Distanza focale:55 mm


In questa foto il soggetto è illuminato da una luce indiretta: ho coperto la fonte di luce con un foglio di carta da lucido, così le ombre appaiono meno nitide e più sfumate.





Fotografia scattata con: Canon EOS 1000D
F-stop: f/5.6
Tempo di esposizione:  1/80 sec
Sensibilità: ISO 1600
Distanza focale:55 mm


Anche in questa foto il soggetto è illuminato da una luce indiretta: ho coperto la fonte di luce con due fogli di carta da lucido. Le ombre infatti sono ancora meno nitide e piu sfumate della foto precedente.