Ascoltando le mani
Secondo vari studiosi i gesti dicono più di mille parole. Uno studio recente ha dimostrato che le aree del cervello deputate ad elaborare il linguaggio sono coinvolte anche nei movimenti delle mani.
È come se ci fosse un cabina di regia unica a livello della corteccia premotoria, che integra e coordina la parola e il gesto. I protagonisti di questa integrazione sono i cosiddetti neuroni specchio. È stato osservato che si attivano quando si compie un’azione con le mani, quando la si osserva compiuta da altri, ma anche nell’ elaborazione del linguaggio.
Noi italiani, poi, lo sappiamo bene. Il linguaggio parlato rappresenta soltanto il 7% delle nostre comunicazioni quotidiane: oltre la metà dei messaggi che inviamo al mondo proviene dal corpo. E le mani, che del corpo sono la parte più versatile, non stanno mai zitte. Le usiamo per richiamare l’attenzione di qualcuno, per negare o approvare un evento e le alziamo per arrenderci. Poi sudano quando siamo nervosi, tremano davanti a un pericolo. Le dita tamburellano quando siamo alle prese con un pensiero profondo e arrotolano i capelli se siamo preoccupati. Le mani sono sagge essendo forse le parti del corpo più ricche di terminazioni nervose, motorie e sensitive, ed in contatto con le parti più antiche del cervello.
Sono strumenti che “sanno” e “vedono”. Nei palmi delle mani si trovano veri e propri occhi.
Ed è proprio con il "grande occhio" della macchina fotografica che ho deciso di catturare, tra mani conosciute e familiari, esperienze, sogni, pensieri e stati d' animo.
Sono convinta infatti, che le mani "parlino", basta avere la curiosità di volerle ascoltare!
Queste fotografie sono state scattate con una macchina fotografica CANON EOS 1000D, sia in interni che in esterni. Ho deciso di utilizzare un diaframma aperto, con tempi di posa brevi, per mettere in risalto le mani stesse.
La scelta del bianco e nero e delle tonalità scure è dovuta mia volontà di sottolineare i dettagli e le imperfezioni.